Imola - Guida Turistica

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.: DA VEDERE
Teatro Comunale 'Ebe Stignani'
 Il teatro, inaugurato nel 1812, fu ricavato dalla trecentesca chiesa di S.Francesco situata al piano superiore dell'omonimo complesso: durante il dominio napoleonico, la chiesa venne chiusa e il progetto di conversione in teatro affidato all'architetto Giuseppe Magistretti. Tre anni dopo l'inaugurazione, mutato il clima politico, un decreto pontificio ne provocò la chiusura per incompatibilità tra la preesistente struttura religiosa e la nuova destinazione a luogo di spettacoli. Riaprì nel 1831, a condizione che le autorità comunali ne riadattassero la facciata, cancellandone ogni richiamo alla preesistente chiesa: il portico ottocentesco, che costituisce l'entrata al Teatro, risulta così estraneo (quasi "appoggiato") al resto del fabbricato che ha mantenuto in gran parte linee e proporzioni medievali.
Palazzo Machirelli
 Fu edificato alla fine del 1400 per Michele Machirelli, cancelliere di Girolamo Riario. Conserva di quell'epoca solo il bel cortile interno, circondato da un porticato con colonne di arenaria e capitelli corinzi, decorato da medaglioni in cotto con teste in rilievo. Gli interni furono rifatti nel '700 e a quell'epoca risale lo scenografico scalone che reca al piano nobile, abbellito da soffitti decorati con motivi pompeiani che risalgono all'800. La cosiddetta Sala delle Stagioni , sita al primo piano, può essere visitata in occasioni delle numerose conferenze che vi vengono tenute.
Rocca
  L’edificio più rappresentativo di Imola, è la Rocca, fortezza medievale, eretta nell’XI secolo dagli Alidosi; circondata da un ampio parco, conserva all’interno,m una ricca collezione di armi, del secolo XIV-XIX e di un a vasta raccolta di ceramiche e maioliche medievali.
Casa Rambaldi
 Di impianto trecentesco, fu ristrutturata nel '400 come è visibile nella facciata, nel portale e nelle finestre del piano nobile, mentre le decorazioni che ancora si intravedono nella parte alta potrebbero fare parte della struttura originaria. La casa appartenne alla famiglia di Benvenuto Rambaldi, celebre commentatore di Dante. Di proprietà privata, non è visitabile all'interno.
Complesso di S. Francesco
 Si tratta di uno dei luoghi storici più importanti della città. Costruito tra il 1360 e il 1380 dall'ordine Francescano, si componeva - sul modello della Basilica di Assisi - di una chiesa superiore e di una inferiore a navata unica, e da un grande chiostro conventuale adiacente. La chiesa inferiore, recentemente restituita al pubblico come sala per mostre e convegni, era probabilmente riccamente affrescata: i lavori di restauro hanno al momento recuperato alcune immagini suggestive soprattutto nella zona absidale fra cui spicca una Madonna del Soccorso , una figura del Cristo e di Santi. La grande chiesa superiore, la cui abside poligonale è ben visibile all'esterno dalla via Emilia, fu chiusa durante il dominio napoleonico e trasformata in teatro nel 1812 su disegno dell'arch. Giuseppe Magistretti, funzione che mantiene tutt'oggi. Il convento invece fu gradualmente mutato in biblioteca pubblica, potendo contare già sulla preziosa collezione dell'antica biblioteca conventuale; l'edificio fu trasformato dagli interventi di ampliamento e ristrutturazione - in particolare dell'Arch. Cosimo Morelli - che a partire dalla prima metà del settecento crearono lo scenografico scalone d'accesso al piano superiore, e l'affascinante Aula Magna affrescata da Alessandro Della Nave e Antonio Villa. Il complesso è sede sia della Biblioteca che del Teatro Comunale.
Farmacia dell'Ospedale
 L'edificio, inaugurato nel 1794, è rimasto in gran parte intatto nelle suppellettili e nelle decorazioni, restituendo al visitatore l'immagine affascinante di una farmacia settecentesca, con eccezione della facciata rifatta nel 1928. Notevolissimi i 457 vasi d'epoca in maiolica, di fabbrica imolese, recanti nel cartiglio il nome del medicamento, disposti nei mobili di legno intagliato opera dell'ebanista imolese Giuseppe Magistretti. La volta decorata è opera dei pittori locali Angelo Gottarelli e Alessandro della Nave, che tanta parte ebbero nella decorazione dei palazzi cittadini più belli nella seconda metà del '700. Gli affreschi celebrano le virtù della Medicina e la forza rigenerante della Natura. Le zone superiori delle pareti di fondo sono ornate da sei statue in terracotta dipinte a tempera , di fattura faentina. La farmacia è tutt'ora operante, e visitabile negli orari di apertura.
Palazzo Della Volpe
 Voluto da Gerolamo Riario per ospitare il suo numeroso seguito, fu ultimato da Giorgio Fiorentino nel 1484. Si presenta come un imponente edificio ornato di archi ed eleganti cornici in cotto che segnavano le sedi delle antiche botteghe sulla via Emilia. La facciata su via Orsini ha conservato l'ingresso per le carrozze, il cortile interno con i locali un tempo adibiti a stalle e la soprastante loggia con colonne e capitelli di arenaria che segnalava il piano nobile destinato a residenza. Acquistato dalla famiglia Della Volpe alla caduta di Caterina Sforza, l'edificio ospita ora uffici, negozi e abitazioni private.
La Pinacoteca Comunale
nell'edificio conventuale di San Domenico
 La Pinacoteca comunale, nata a metà dell'Ottocento, è stata allestita nel 1988 nella nuova sede, il secondo chiostro dell'ex convento dei Santi Nicolò e Domenico, uno degli edifici maggiormente significativi per arte e storia del centro storico di Imola. Di origine duecentesca, ricco di due chiostri di impianto quattrocentesco, ha risentito attraverso i secoli degli eventi culturali e sociali che si sono succeduti e che ne hanno connotato l'aspetto formale. Sede dei domenicani fino al 1797, quando fu trasformato in caserma dai militari francesi, ha visto all'opera i più attivi mastri muratori ed architetti attivi nella città di Imola quali Iacopo da Cereto, Giorgio Fiorentino, Cosimo e Lorenzo Mattoni, Felice Porrini. Durante i lavori di recupero è venuta alla luce la facciata dell'antica chiesa romanica di S. Nicolò, che può essere visibile visitando le sale della Pinacoteca, tra le quali si segnala quella col soffitto a capriate, un tempo dormitorio dei conversi, che ospita ora quadri di soggetto religioso provenienti dai luoghi di culto cittadini. La Pinacoteca raccoglie dipinti di varie epoche e scuole, di vario formato e differente qualità: comune denominatore il provenire dalla città di Imola. Per l'allestimento si è scelto quindi un percorso che ricolleghi le opere in museo con il patrimonio di edifici e documenti artistici presenti in città. Per chi non conosce Imola utile può essere ad inizio percorso la riproduzione di un disegno seicentesco che fotografa l'antico tessuto cittadino e le maggiori presenze architettoniche, e che permette di ricostruire visivamente questo legame.
Oratorio di S. Rocco
 L'Oratorio dedicato a S.Rocco, protettore contro la peste, risale al 1622, e fu edificato dalla ricca Confraternita omonima, i cui membri provenivano dalle migliori famiglie imolesi. Situato al piano superiore della Chiesa di Valverde, deve il suo aspetto attuale ai lavori commissionati agli architetti imolesi Lorenzo e Cosimo Mattoni nella prima metà del '700: si presenta come un ambiente rettangolare con volta ribassata, illuminato da ampi finestroni, decorato secondo lo stile rococò. Un coro di banchi di legno intagliato, dipinti ad imitazione del marmo, è disposto lungo le pareti. I ricchi arredi di un tempo sono scomparsi, mentre alcune delle tele racchiuse entro le elaborate cornici di stucco ancora presenti, sono custodite presso il Museo Diocesano. L'oratorio è visitabile per appuntamento. Informazioni presso lo IAT
Palazzo Calderini
 Il palazzo fu residenza cittadina della famiglia Calderini - posta al servizio dei Signori Riario Sforza - che incaricarono nel 1483 Francesco Fuzzi di edificare un'abitazione consona alla loro posizione sociale. L'edificio presenta chiari influssi toscani nella caratteristica facciata a bugnato in arenaria e nella decorazione dei due ordini di bifore in pietra serena che si affacciano sulla strada principale. Sui banchi di pietra collocati all'esterno, nel '500 si stipulavano e venivano amministrati atti di giustizia pubblica, funzione in un certo qual modo mantenutasi attraverso i secoli, dal momento che il palazzo è ora sede della sezione distaccata del Tribunale di Bologna.
Basilica Cattedrale di San Cassiano Martire
 Il Duomo sorge al centro dell'omonima piazza. Edificato in stile romanico tra 1187 e il 1271,fu solennemente consacrato il 24 ottobre del 1271 con la deposizione nella cripta delle spoglie di S.Cassiano. L'edificio subì numerosi rimaneggiamenti fino a quando nel 1763, per gravi problemi di staticità, fu completamente riedificato su progetto dell'architetto Cosimo Morelli, e solennemente consacrato nel 1782. La facciata della chiesa è invece del 1850, frutto della modifica di un progetto sempre di Cosimo Morelli. L'interno - di stile neoclassico a croce latina, a tre navate divise da pilastri corinzi - mostra chiaramente l'impronta di simmetria e grandiosità propria del Morelli. Punto focale è il presbiterio sopraelevato rispetto al piano della Basilica, scandito dalle due scalinate laterali, mentre una terza scalinata centrale porta alla cripta che custodisce i sepolcri marmorei dei SS. Cassiano, Pier Grisologo, Proietto e Maurelio. Segnaliamo il coro ligneo del '700, la fonte battesimale del '500 nella prima cappella a sinistra, e sopra l'altare il bellissimo Cristo Crocifisso ligneo del 1400. Numerose le tele di Angelo Gottarelli tra cui "L'esaltazione della croce" nella seconda cappella a destra dall'entrata. E' ancora visibile la lapide funeraria di Girolamo Riario, che la vedova Caterina Sforza volle fosse sepolto nella Cattedrale, nella cappella Riario ora non più presente.
Chiesa di S. Maria in Regola
 Sorta probabilmente nel VII secolo sul luogo di un preesistente edificio dedicato al culto, è ricordata prima dell'anno Mille come monastero benedettino. Rimaneggiata nel corso dei secoli, questa chiesa rimane comunque uno dei luoghi storici più interessanti della città. Tra gli elementi più antichi segnaliamo l'altare bizantino, il sarcofago in marmo bianco di S.Sigismondo nella seconda cappella a sinistra dell'entrata (1372) e la torre campanaria romanica, visibile dall'adiacente vicolo Laderchi, risalente alla fine del XII secolo. La facciata in laterizio e l'interno ad aula quadrata sono frutto del rifacimento settecentesco ad opera dell'architetto Cosimo Morelli, che ne ricavò uno splendido esempio di stile neoclassico. La volta a cassettoni è un'illusione pittorica opera di Alessandro Dalla Nave e Antonio Villa. Attiguo alla chiesa è il monumentale chiostro dell'ex Convento degli Olivetani.
Chiesa di Santo Stefano
 La chiesa è parte integrante dell'attiguo convento delle Clarisse, riconoscibile all'esterno dall'imponente facciata movimentata dai caratteristici balconcini delle celle. Il complesso è originalmente del '300 ma deve il suo aspetto odierno all'opera di Cosimo Morelli, che fra il 1772 e il 1774 la riedificò secondo i canoni stilistici neoclassici.